CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA SAMO (RC)

XI Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Domenica 17 giugno 2012

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 4,26-34.

Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra;
ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
 

Il commento del nostro Parroco Padre Claudio Cantu'

Dopo la festa del Corpus Domini la Liturgia della Domenica ci fa riprendere il Cammino ordinario guidato quest'anno (anno B) dal Vangelo di Marco.

Marco ci aiuta a conoscere la Comunità  Chiesa a cui noi cristiani apparteniamo, come una Comunità continuamente in crescita. E' come un seme gettato nel terreno, sia che noi uomini vogliamo oppure non vogliamo, questa comunità cresce, perché è opera di Dio. Il seme all'inizio è piccolo, ma man mano che il tempo passa cresce fino a diventare un albero, il più grande di tutte le piante  dell'orto. Abbiamo perciò una garanzia espressa così da Gesù: "Le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa", perché la Chiesa è fondata sulla roccia salda della fede di Pietro in Gesù Risorto.

Già il profeta Ezechiele aveva predetto: "Dio umilia l'albero alto ed innalza l'albero basso", perché noi uomini impariamo a fidarci di Dio e non porre negli uomini la nostra sicurezza. In proposito S. Paolo ci dà un avvertimento perché possiamo essere "pieni di fiducia" nel Signore, mentre siamo in esilio  lontani dal Signore, finché abitiamo nel corpo (2Cor 5,8)". L'avvertimento è diretto a noi che su questa terra siamo come degli esiliati,  perché non abbiamo mai a scoraggiarci di fronte alle numerose prove della vita. Gesù oggi ci ripete con forza quanto ha già detto a Pietro mentre stava affogando nel mare di Genezaret: "uomo di poca fede perché hai dubitato?" . Gesù ha vinto il mondo, se ti fidi di Lui, anche tu lo vincerai!   

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