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10 Luglio 2006
CAMPIONI DEL MONDO!!!
-immagini tratte da www.lastampa.it-
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4 LUGLIO 2006
GERMANIA-ITALIA 0-2
ITALIA:DUE PIZZE AI TEDESCHI !!!
Colpo "GROSSO"!!!!
Siamo fatti così. Un attimo abbiamo
le gambe di Pirlo e caracolliamo per il campo come geometri assonnati. Un attimo
dopo un lampo ci attraversa gli occhi e quello stesso Pirlo si infila un
goniometro nella scarpa e consegna il pallone sui piedi abbastanza ignoti di
Grosso. E' costui un terzino del Palermo che non ha grande pratica di ribalte
internazionali, eppure possiede l'istinto dei vincenti, che sanno venire alla
ribalta proprio quando gli altri si avviano verso l'uscita.
Contro l'Australia un suo folle spunto sulla sinistra aveva propiziato il rigore
con ciuccio incorporato di Totti. Stavolta Grosso va addosso al pallone che vale
una finale dei Mondiali e lo colpisce al volo. Nessuna persona assennata
colpirebbe al volo un pallone che vale la finale dei Mondiali. Ci vuole quel
particolare talento che si nutre in eguale misura di coraggio e di incoscienza.
Esistono infatti ottime probabilità che il tiro di Grosso finisca la sua storia
sugli spalti e fra le risate dei sessantamila tedeschi che ci chiamavano
parassiti, ma da ieri non più, e che ormai pregustano i rigori, dove contano di
imporre l'infallibile legge delle statistiche che vuole loro sempre vincitori
dal dischetto e noi sempre sconfitti.
Grosso non sa che il tuo tiro è praticamente impossibile. Perciò ci prova lo
stesso. La palla sfida gli dei del calcio e vola bassa, senza trovare sul suo
cammino né caviglie né pali, come invece era capitato ai due capolavori di
Gilardino e Zambrotta all'inizio del primo tempo supplementare. Paolorossi
Gilardino aveva estratto dal piede lo stiletto e ne aveva scaricato tutto il
veleno sul legno alla sinistra di Lehmann. Non avevamo ancora finito di
imprecare che Zambrotta si era esibito in un tiro alla Tardelli, ma l'urlo gli
era stato ricacciato in gola dalla porta tedesca, irta di spigoli e di
rientranze. Invece la "bestemmia" di Grosso gonfia la rete come se l'avesse
investita uno squalo.
Ed è cosa buona e giusta, perché raramente l'Italia ha meritato di vincere una
partita quanto questa, che non ha mai giocato all'italiana, ma alla tedesca,
finendola con due centravanti, due fantasisti e un allenatore più statuario di
un feldmaresciallo nell'esprimere con compostezza il suo ardore. Per completare
la festa deve ancora accadere qualcosa di memorabile e persino di letterario:
Del Piero che sbuca dalla panchina e parte in contropiede per l'ennesima volta,
temendo di trovare una zolla, un guanto o uno stinco che gli rimbalzi addosso la
sua sfortuna. Invece stavolta la palla va liscia in fondo alla rete e il
capitano della Juve può impastare di gioia la sua rabbia. Per una notte
Calciopoli è lontana.
tratto dal quotidiano "LA STAMPA"