MARTEDI 13/01/2009 IN UN GIORNO D’URAGANO IL RICORDO DEL PONTE, pensieri della Preside Colomba Talia.

La giornata del 13 gennaio 2009 noi, cittadini di Samo, difficilmente la dimenticheremo. Da molti anni non si verificava un simile uragano: pioggia incessante, abbondante e fragorosa. Il cielo era di colore giallino cupo coperto dalla nebbia che, man mano che il giorno cresceva, diveniva sempre più fitta seminando buio nella natura e timore nei cuori. Non si vedeva un barlume di luce, non si sentiva passare nessuno per strada, solo di tanto in tanto qualche macchina. E la pioggia scrosciava, la nebbia diventava più fitta, i rigagnoli strapieni d’acqua mandavano messaggi di disastro con il loro forte rumore. Ognuno di noi si chiedeva: cosa succederà?

Il ritorno di una probabile alluvione (la cittadina di Samo fu colpita diverse volte da catastrofiche alluvioni con drammatiche conseguenze)anche in casa ci rendeva inquieti. E la fiumara Laverde? Il ponte? La strada?

Interrogativi che per calmare l’animo avevano bisogno di una risposta. Malgrado la tenebrosità del cielo la pioggia nel pomeriggio è stata più lenta ed anzi, verso le 15.30, è quasi cessata. Approfittando di tale pausa e trovando l’opportunità mi sono recata a vedere la fiumara Laverde.

Prima l’ho osservata da lontano: imponente e catastrofica come sempre in questi casi, quando poi, spinta da non so cosa, mi sono avvicinata al famoso ponte, non credevo ai miei occhi: le acque torbide, veloci e rumorosissime sembrava volessero inghiottire tutto e tutti. Il ponte sembrava traballare e la gente presente che osservava, come me, esclamava: “il ponte no, maledetta acqua, non toccare il ponte: se la fiumara lo porterà via chi lo farà? Il sindaco Talia non c’è!”

“Sia benedetto il suo nome per il bene che ha fatto al paese e soprattutto per questo ponte che ha salvato vite umane, agricoltura e animali.”

Tra una parola e l’altra guardando l’irruenza dell’acqua, molte persone ricordavano l’eroico impegno del Sindaco Cav. Antonio Pasquale Talia(nella foto a sx) per la costruzione del ponte, grande baluardo del Comune di Samo.

Gli avversari del Sindaco dell’epoca dicevano: “Farà il ponte di salsiccia.” Quando il ponte fu costruito pregavano perché la fiumara lo portasse via, affinché il Sindaco non si potesse gloriare dell’impresa, diceva qualcuno.

La costruzione del ponte, a quei tempi costò molti sacrifici al Sindaco Talia. Il consiglio comunale titubante, molta gente indifferente, la ditta incaricata dei lavori non voleva accettare l’offerta, il Comune non aveva soldi, che fare? Il Sindaco non si perdette d’animo: non aveva molte ricchezze ma non esitò a mettere quel poco che aveva nelle mani del padrone della ditta, tralasciando anche la famiglia. Il ponte si doveva fare. Il grande amore per il bene della gente di Samo vinse: ciò commosse anche il Sig. Marfia, capo della ditta, che accettò l’offerta e con grandi sacrifici aiutò il Sindaco a costruire il ponte per la sua Samo.

Oggi il ponte è una realtà che dura da più di 50 anni, ma, purtroppo, evidenzia i segni del tempo: ammassamento di detriti tra un pilone e l’altro, ringhiera arrugginita e curva, fondo percorribile scarno e malcurato.

In simili condizioni, al verificarsi di ulteriori uragani, sicuramente il ponte non reggerà la furia delle acque ed allora Povera Samo!

Perché ciò non avvenga esortiamo le Autorità competenti ad impegnarsi vivamente per  eseguire tutti i lavori necessari alla conservazione di un opera di vitale importanza per la nostra comunità ed ancora chiediamo di mettere all’ingresso del ponte un epigrafe che ricordi il grande impegno del Sindaco Talia per la costruzione del ponte.

RICORDARE PER NON DIMENTICARE E’ UN DOVERE DI TUTTI.